jueves, julio 26, 2007

El patrimonio autobiográfico

IV Incontro “Colloqui dell’Osservatorio scientifico del patrimonio autobiografico scritto e audiovisivo-Generoso Procaccini”
Panni 1-2-3 agosto 2007
La documentazione autobiografica come patrimonio culturale: le testimonianze nella genesi del tempo
Autore e curatore dell’iniziativa: Beatrice Barbalato
Comitato organizzativo: Franca Labate, Rosa Bianca Melchionda, Maria Pia Senerchia
Con il sostegno del Comune di Panni e il Comune di Bovino

Questo quarto incontro prosegue l’iniziativa varata nel 2002 sul tema della scrittura di gente comune che, con sempre maggiore attenzione, in molti paesi d’Europa viene considerata patrimonio della collettività. Questi colloqui si rivolgono a docenti, operatori culturali, cittadini interessati ad analizzare e valorizzare lettere, autobiografie, libri di famiglia. I colloqui di Panni riuniscono un gruppo di studiosi che riflettono nei loro interventi:- sul valore culturale e scientifico - cioè linguistico, narrativo, sociale e storico – di testimonianze quali lettere, racconti, libri di famiglia e di conti; - su come salvaguardare, archiviare, rendere culturalmente significativa e circolante questa documentazione.Quest’anno una particolare attenzione viene data all’atto di valorizzazione che compie chi trova un documento, un epistolario, una traccia del passato e lo interpreta e contestualizza nel proprio universo.

Programma

1° Agosto – Sede di Panni (Municipio)
16.00 Seduta presieduta da Beatrice Barbalato
Edgar Radtke (Universität Heidelberg): Lingua e trasmissione nella geometria dello spazio autobiografico.
La lingua è l’agente primario nel comunicare un’immagine di sé. Analizzare il parlare e lo scrivere in prima persona, non solo nelle sue espressioni più compiute, ma soprattutto negli intercalari, nelle frasi brevi, nella parola finale di una battuta, linguisticamente rivela il modo di trasmettersi di una persona. Il parlare in prima persona costituisce una frontiera enunciata, definisce le forme etologiche personali. La raccolta di documenti, dalle lettere ad interviste orali, a diari ed autobiografie, ha un significato ancora più saliente perché può stimolare una sinergia in loco fra passato epresente, fra storia e geografia.Chi interpreta questi segni può rilevare i punti che delineano lo spazio vissuto del parlante e dello scrivente, e osservarne le relazioni rispetto alla cultura antropologicadella collettività.
Luciano Cifaldi (artigiano, restauratore) è intervistato da Alessandro Meliciani.
Le voci della storia maggiore e minore a Panni nella documentazione di carte trovate in un cassetto: Luciano e il valore dato all’’antico’.Luciano ha prestato ai Colloqui dell’Osservatorio preziose carte trovate in uno dei cassetti di un mobile antico che stava restaurando. In gran parte documentiufficiali, alcuni portano il timbro della Casa reale dei Borbone, precedenti dunque all’Unità d’Italia. Vi sono discorsi pubblici, appunti, annotazioni. In una parte diquesti discorsi il Sud appare come un eco di avvenimenti lontani. La qualità della carta, la scrittura, il ritrovare i nomi delle stesse famiglie in occasione dellericorrenze, è la radiografia di una piccola e antica comunità al passo dei tempi d’allora.Luciano ha maturato la passione per l’antico nel corso di varie esperienze della sua vita. Alessandro Meliciani si soffermerà sul contenuto dei documenti e passerà la parola aLuciano che si racconterà, e narrerà da dove nasce questa sua passione per l’’antico’.
Dialogo con i relatori

18.00 Seduta presieduta da Giulia Pelillo
Cristina Gragnani (University of Illinois at Chicago): “Avanti il divorzio” e “La mia vita”. Anna Franchi tra autofinzione e autobiografia.
Scrittrice, polemista e critica d’arte, attiva nelle fila del Partito Socialista a favore del suffragio universale, Anna Franchi (1867-1954) è spesso ricordata negli studi sulla scrittura femminile e sull’emancipazione della donna per Avanti il divorzio (1902), un romanzo autobiografico scritto a sostegno della campagna per il divorzio. A distanza di trentotto anni dall’uscita di quel libro controverso, la Franchi pubblica un’autobiografia (La mia vita, 1940) che dall’infanzia copre gli anni fino al 1939. Nomi, date, descrizioni, ritratti (relativi agli anni dalla nascita al 1902) sono gli stessi nel romanzo e nell’autobiografia. Le vicende narrate estensivamente in Avanti il divorzio vengono ridotte a poche considerazioni (se non addirittura omesse) in La mia vita che dà invece ampio spazio ai racconti del Risorgimento livornese di nonni e genitori, all’apprendistato intellettuale, al lavoro di giornalista, agli ambienti intellettuali e artistici frequentati, alla guerra e agli anni postbellici. Il mio intervento mette a confronto i due testi evidenziando come il diverso scopo di ognuno determini modi diversi della narrazione del sé.
Francine Meurice (APA-Bel): La costruzione dell’Etos, nell’imposizione di scrittura autobiografica in seno alla costellazione familiare.
L’Etos è una nozione ripresa dalla retorica tradizionale che vuole mostrare attraverso l’enunciazione la personalità dell’enunciatore. Non si tratta della personalità della persona reale, ma dei caratteri che il locutore deve lui stesso far apparire, senza che siano esplicitati, al fine di sentirsi autorizzato a dirli. Il corpus dei testi dell’APA-BEL presenta differenti configurazioni di valori legati a questa immagine di scrittore costruita dal discorso autobiografico. L’intento della ricerca è reperire alcuni profili discorsivi ricorrenti per identificare alcune componenti contestuali legate alla storia, come la colonizzazione del Congo da parte del Belgio, o certe pratiche sociali, come gli ateliers di scrittura dei racconti di vita. Il focus sarà rappresentare come si disegna questa personalità implicita dell’autobiografia (Etos), attraverso la scelta di temi imposti (Congo, guerra, militarismo sindacale), o attraverso dispositivi di scrittura.
dialogo con i relatori

2 Agosto – Sede di Bovino (sala Pio XI, via Seminario 5)
16.00 Seduta presieduta da Cristina Gragnani
Ombretta Frau (Università di Mount Holyoke): “Espatriata”. Un diario esotico fra pubblico e privato.
Nel 1908 l’editore Voghera dava alle stampe un curioso 'cahier de voyage' dal titolo deamicisiano Espatriata: da Torino a Honolulu ad opera di una baronessa piemontese conosciuta nei circoli letterari con lo pseudonimo di Mantea. Il volumetto custodiva le memorie di un viaggio nel remoto arcipelago del Pacifico in compagnia del neo- marito, un ufficiale hawaiiano conosciuto a Torino. Sia il soggiorno hawaiiano che il matrimonio furono di breve durata: nel giro di due anni la giovane Mantea faceva ritorno in Italia, da sola. Tra il viaggio e la pubblicazione del diario intercorre un ventennio in cui Mantea riuscì a costruirsi, non senza fatica, una carriera letteraria modesta ma solida. Il mio studio si concentra su due punti principali: 'in primis' sulla natura anticonformista del diario - che rivela i particolari della vita coniugale di una coppia interraziale tardo-ottocentesca - e sulle caratteristiche della scrittura diaristica, sulla distinzione fra il momento privato e quello pubblico, legato alla decisione di divulgare le proprie memorie.
Abele Longo (Middlesex University-London): Il “Valzer di Vittorino”, dal racconto all’adattamento teatrale.
Vita di un clarinettista che incanta le piazze e perde il senno in seguito a un incidente stradale.Da una parte il racconto ‘Vittorino’ (in Ritratti diversi, Ed. Insieme, Terlizzi, 2005), in cui Roberto Russo ripercorre la vita di un suo zio: Vittorino Morciano (1918-1990), clarinettista di talento di Montesardo in provincia di Lecce, il maggiore di una famiglia di nove figli, che ritorna traumatizzato dall’esperienza in guerra per poi finire qualche anno dopo in manicomio a causa di un incidente stradale. Dall’altra, un adattamento teatrale che Abele Longo e lo stesso Roberto scrivono insieme e che si propone di fissare i momenti chiave di una vita che si trova ad essere rinchiusa negli stessi riti e bisogni giornalieri, oscillando tra un passato e un presente che finiscono per sovrapporsi.
Dialogo con i relatori
18.30 Seduta presieduta da Silvia Bordini
Roberto Russo (pittore e scrittore, lavora presso il Centro diriabilitazione per disabili mentali di Gagliano del Capo-Lecce).
‘La nuvolaperfetta e gli aquiloni’, come nacque l’idea di raccontare i ragazzi disabili, scrivendo e dipingendo i loro ritratti.Roberto Russo spiega, partendo da considerazioni sulla propria vita, cosa lo ha spinto a scrivere e a dipingere i ritratti dei ragazzi disabili con cui lavora. L’autoreprende come spunto per parlare delle sua esperienza l’introduzione di Ritratti diversi (Ed. Insieme, Terlizzi, 2005), in cui tra l’altro scrive: “I ragazzi disabili, donandomi la possibilità di capirli e il privilegio di aiutarli, mi hanno offerto l’opportunità di liberare il mio cielo dalle nuvole delle effimere certezze e dai nembi dei miei sterili egoismi. Così da educatore per la loro riabilitazione, spesso mi sono ritrovato educato e riabilitato dalle loro quotidiane lezioni”.
Giulia Pelillo (Universität Heidelberg): Il racconto della quotidianità nella genesi del tempo. Analisi e interpretazione di un diario privato.
L’intervento prenderà in considerazione un diario privato che abbraccia un arco temporale di trenta anni, dal 1959 al 1989, e si soffermerà sui tratti strutturali, retorici e stilistici che caratterizzano sia la registrazione della quotidianità, sia la riflessione sulla materia narrata. Si tenterà una descrizione dei modi della narrazione autobiografica, in rapporto ai diversi momenti della stesura di questo lungo diario, ma anche in relazione alla ricezione attuale dello stesso: si terrà presente cioè da una parte la prospettiva del testo, dall’altra quella del suo significato per chi vi si accosti oggi. Al primo punto è legata soprattutto la dialettica tra annotazione del quotidiano e registrazione di eventi eccezionali, ai quali corrispondono diversi usi linguistici; al secondo, si tenterà di dare una risposta sotto un doppio profilo, di analisi linguistica generale e di coinvolgimento personale.
Dialogo con i relatori.
3 agosto - Sede di Panni (Municipio)
16.00 Seduta presieduta da Ombretta Frau
Marie-Ange Patrizio (Psicologa, traduttrice-Marseille): Una cartella, una valigia, un cassetto: incontro di ricordi ordinari.
Racconto di scoperte che sono già in noi, a nostra insaputa. Una cartella, una valigia, un cassetto … là dove troviamo ciò che lascia un parente dopo la morte : quello che è stato messo da parte, tenuto in serbo, se così si può dire. Documenti ufficiali, documenti importanti, lettere di una intimità che non si è mai voluta perdere, foto, ma anche delle piccole cose, emozionanti e insolite, che rivelano o confermano ciò che ha contato per la persona che li ha conservati. Nella piega d’una lettera, una ciocca di capelli di bambino, dei fiori di montagna ‘raccolti al fronte’, seccati da circa un secolo in una piccola busta...e qualche volta delle parole o dei segni per accompagnarli, testimoniare il loro valore. Incontro di ricordi ordinari, racconto di scoperte che sono già in noi, a nostra insaputa.
Rosa Bianca Melchionda (Studentessa della facoltà di Lettere dell’Università di Foggia): Breve comunicazione sull’ Intervista a Matteo La Dogana. L’Essenzialità nel raccontarsi.
Questo breve testo è un racconto autobiografico di Matteo La Dogana, che ho registrato, insieme a mio fratello Marco, a casa sua. Egli ci descrive le sue esperienze durante la Seconda Guerra Mondiale, dalla partenza nel 1940 fino a quando lui e i suoi commilitoni sono ritornati in patria. Matteo parla sia di episodi di combattimento, sia di cose private, per esempio di un pranzo in un ristorante oppure di quando ha preso la licenza per sposarsi. È un racconto breve, ma appassionante e il protagonista è molto fiero delle avventure che ha vissuto.
Vania Sebben (Università di Trento): Le autobiografie di Vittorino Tranquillin e Angelo Comel, emigrati bellunesi in Belgio.
La ricerca verterà sulle autobiografie di emigrati bellunesi in Belgio, Vittorino Tranquillin e Angelo Comel, nel secondo dopoguerra. Verranno approfonditi da un lato lo studio spazio-temporale delle opere e la lingua scelta (italiano, francese, neologismi, dialetto), da un altro la trasmissione di un messaggio personale ai posteri con la sua involontaria dimensione sociologica (manoscritto ritrovato e dattiloscritto da terzi).
Dialogo con i relatori

18.00 Seduta presieduta da Edgar Radtke
Juan Luis Calbarro (Archivo de la Escritura Popular Bajo Duero-Zamora): Le lettere della Signora Esperanza.
La corrispondenza privata nella Fuerteventura degli anni trenta come veicolo educativo e di espressione dell’intimità femminileBasandoci sull’esperienza di una maestra aragonese in Fuerteventura (Isole Canarie) e quella di una sua giovane alunna negli anni trenta, che coincidono col clima della guerra civile spagnola, saranno analizzate le potenzialità didattiche delle lettere private che sono anche una fonte per comprendere la realtà femminile in contesti patriarcali in cui la sua manifestazione pubblica si rivelava perlomeno difficile.
Beatrice Barbalato (Université Catholique de Louvain): Narciso sul web. I blogs e il raccontarsi per l’altro e attraverso l’altro.
Journal extime (come tradurre: diario stimato, valutato?) definisce lo scrittore Michel Tournier i profili che emergono dai blog autobiografici, ormai migliaia nel web. Etimologicamente questa definizione significa un diario pubblico. Descriversi sul web ha lo stesso valore che scrivere un diario nel chiuso delle quattro mura? sono un avanzamento rispetto alla pagina scritta ? modificano l’intimità dei journaux intimes ? Questo confrontarsi pubblico capovolge i tratti più usuali dei diari personali tradizionali. La descrizione dell’io tende a prendere forma sulle risposte, diventa lo specchio dei riflessi altrui. Autori come Paul Auster hanno da tempo stigmatizzato nei loro libri l’idea che l’individuo non è che un’interazione di pensieri dell’altro, enfatizzato dal mestiere di scrivere.
Dialogo con i relatori
Qualche conclusione e prospettiva: Beatrice Barbalato ed Edgar Radtke

miércoles, julio 18, 2007

Escribir desde la cárcel

Con un monográfico dedicado a la producción autobiográfica en la cárcel, acaba de aparecer el número 7 de la revista Primapersona, publicada por el Archivio Diaristico Nazionale de Pieve Santo Stefano). Este centro constituye uno de los principales depósitos de escritura memoria, lleva a cabo una amplia actividad editorial y convoca anualmente el Premio Pieve-Banca Toscana de memorialismo personal, cuya vigésimo tercera edición se fallará el próximo mes de septiembre.
Reproducimos a continuación el texto de presentación del mencionado dossier a cargo de Loretta Veri, directora del archivo así como el sumario.
Di quella visita ricordo ancora ogni minimo particolare, perché a causa della mia età ancor tenera, era la prima volta che entravo in un luogo simile. Appena vi misi piede, il cuore cominciò a battermi così forte da farmi male. Il custode ci condusse in una cameretta puzzolente, che riceveva scarsa luce da una finestrella protetta da due inferriate, e ci indicò uno sportello aperto, in una delle pareti, ad altezza d’uomo, attraverso cui potevamo parlare col detenuto da noi richiesto. Per vederlo dovetti alzarmi sulla punta dei piedi. Quanto piacere mi fece che, a prima vista, mi riconobbe.Così finisce “Visita al carcere”, il primo testo di Uscita di sicurezza, la raccolta autobiografica in cui Ignazio Silone ci regala, come pepite sparse, piccoli e grandi tesori di una vita tormentata e intensamente vissuta.L’uomo che lo riconobbe, lui lo aveva incontrato anni prima, il primo giorno in cui aveva accompagnato il padre al lavoro. Dopo aver percorso un lungo tratto di strada a piedi per arrivare al loro appezzamento, nella conca del Fucino, il padre si era accorto, con vivo disappunto, di aver per la prima volta dimenticato a casa il suo sigaro. E insieme aveva capito che suo figlio ben poco avrebbe potuto aiutarlo nel lavoro dei campi. Così lo aveva mandato, con una moneta in mano, sul ciglio della strada per trovare qualcuno che gliene vendesse uno.Dopo diversi e maldestri tentativi, l’unico che cedette alle disperate suppliche del ragazzo, non senza divertito sarcasmo, fu un uomo sconosciuto, sporco e cencioso. Non volle nulla in cambio: “Un mezzo sigaro lo si regala, o lo si rifiuta”. E assieme al sigaro regalò al ragazzo, che si sentiva responsabile di quella dimenticanza, la felicità di dimostrare al padre che almeno questo, lo aveva saputo fare.Anni dopo vide arrestare questo stesso uomo per furto, lo riconobbe, ed ottenne dal questore il permesso di andarlo a trovare, con qualche sigaro in tasca per lui. Visto fuori, visto dentro; l’unico generoso, e forse un ladro; il consolatore, e colui che è consolato. Quanti punti di vista e possibili ipotesi su quest’uomo, così diverso a seconda dei momenti, ma sempre lo stesso. Lo splendido simbolismo di questo brano ci mostra due uomini, per due volte entrambi con la mano tesa, a guardarsi negli occhi e a chiedesi cosa sia successo all’altro.Questo numero di Primapersona ci regala pepite un po’ diverse. Al di là di ogni buonismo, abbiamo lasciato la parola ai carcerati non per raccontarci cosa sia successo prima di arrivare in carcere, ma per dirci come si vive lì, quante cose il carcere può far nascere o distruggere. Memorie e diari di uomini chiusi dentro, e di donne che vanno a trovarli. La grande protagonista è come sempre la scrittura: sia dalle memorie che dai testi scientifici abbiamo cercato di circoscrivere i suoi usi, le sue funzioni e i suoi ruoli fra le mura delle case circondariali. Vediamo come il carcere sia stato uno dei primi luoghi in cui si è sistematicamente chiesto di scrivere la propria vita, e seguiamo l’evoluzione di questa pratica: dall’ottocento lombrosiano delle autobiografie scritte per scopi scientifici, ai diari sollecitati oggi da psicologi, formatori e semplici volontari che col diario offrono solo un luogo d’espressione, e che inviano poi tutto all’archivio diaristico.Fra i contributi scientifici, testi sui graffiti nelle celle, dall’Inquisizione in poi, e ricerche sulle mura di cinta di Rebibbia e Regina Coeli per capire se, anche per la scrittura, quella è una frontiera.In apertura del numero, ancora una volta un testo importante: poche pagine di Michel Foucault tradotto appositamente per i nostri lettori. Il filosofo impegnato cui tanti di noi, nel comporre questo numero, hanno sentito di dover fare appello. [Anna Iuso]

Sumario
Carceri e carcerati
Anno IX - n° 17, pp. 116
[finito di stampare il 30 giugno 2007]

editoriale
E ora levate il muro! di Pietro Clemente
il grande classico
Le loro prigioni di Michel Foucault, cura e traduzione di Anna Iuso
le storie
Dentro o fuori
Mi salvo la pelle scrivendo di Paolo Severi, a cura di Patrizia Dindelli
Il sorvegliato di Antonio Specchio, a cura di Silvia Bragagni
Agente, la prego di Valdimar Andrade Silva, a cura di Antonella Brandizzi
Mancanza d'aria di Alberto Bonvicini, a cura di Loretta Veri
diari paralleli
I giorni dell'attesa di Claudia Sonia Colussi Corte e Anna Maria Caredio, a cura di Daniela Brighigni
letture bendate
Quaderni a sbarre a cura di Silvia Bragagni e Daniela Brighigni
la sapienza
I libri di pietra di Daniel Fabre
Fin da bambino di Pierpaolo Leschiutta
Sulla carta ruvida e scura di Fabio Caffarena
Il diritto di uscire di Caterina Benelli
Crepe nel muro di Duccio Demetrio
in tema
L'autoterapia delle "ombre" di Emilio Pozzi
Lettere in un fazzoletto di Caterina Giannottu
Nata in prigione di Roberto Boiardi
La caverna generatrice di Loredana Gambuzzi
Limite invalicabile di Alessio Catalini e Francesco Della Costa
testimonianze
Notti insonni a porte chiuse di Luigi Erminio Pelo, a cura di Natalia Cangi
in libreria
I libri dell'autobiografia di Antonietta Di Vito, Alessandro Garofoli
Diari che diventano libri di Alessandro Artini, Ursula Galli
posta ferma
Qualcosa di eterno a cura di Loretta Veri
con le fotografie diAnnalisa Savoca, realizzate in esclusiva per questo numero presso la Casa circondariale di Arezzo e il Carcere Regina Coeli di Roma

Redazione: Saverio Tutino (direttore), Anna Iuso (vice direttrice), Mario Aldinucci (caporedattore), Daniela Brighigni (segretaria di redazione), Alessandro Artini, Silvia Bragagni, Camillo Brezzi, Natalia Cangi, Patrizia Dindelli, Andrea Franceschetti, Fabrizio Mangiameli, Laura Mormii, Nicola Maranesi, Loretta Veri
Photo editor: Laura Mormii, Annalisa Savoca, Loretta Veri
Grafica: Gian Enrico Barbagli

lunes, julio 09, 2007

Internet y las escrituras del yo

La Faute à Rousseau.
Revue de l'association pour l'autobiographie et le patrimoine autobiographique
Dossier: "Internet et moi"
Nº 45, Junio 2007, 84 págs. 9 €

Hace unos días nos llegó el último número de La Faute à Rousseau, revista dirigida por Philippe Lejeune.
Como es habitual la misma incluye un dossier monográfico, que en este número está dedicado a los diarios en Internet y a las relaciones que se dan entre esta tecnología y los escritos personales, despues de haberse ocupado de las escrituras de la vejez o de los diarios y memorias de la infancia y de la adolescencia, entre los muchos temas que se han ido analizando en los 45 números publicados hasta la fecha.

Además del dossier, la revista incluye un apartado dedicado a las actividades de la Asociación promotora y la sección "Crónicas", en la que tienen cabida recensiones de libros, convocatorias y noticias varias relacionadas con la escritura y el patrimonio autobiográfico.
Antonio Castillo Gómez

jueves, julio 05, 2007

El libro y la lectura en la España Medieval

Isabel Beceiro Pita
Libros, lectores y bibliotecas en la España medieval
Molina de Segura (Murcia), Nausícaä, 2007, 662 págs. 35 €

Isabel Beceiro es sin duda alguna una de las principales especialistas con que contamos en lo que atañe a la historia del libro y de la lectura en la España Medieval. El presente libro es el resultado de muchos años de trabajo y constituye una ocasión inmejorable para conocer o revisar, según sus casos, su amplia producción sobre dichas áreas. Representa una edición revisada de sus principales contribuciones sobre la historia de la cultura en los reinos hispánicos, publicadas entre 1983 y 2003 en diversas revistas científicas y libros colectivos, a los que se añade, como aportación nueva, “Libros, nobles y letrados…”. En su mayor parte, versan sobre el reino castellano. No obstante, la Corona de Aragón y, en menor grado, Portugal, comparten protagonismo en varios estudios que abordan visiones de conjunto, y están presentes en otros como elemento de comparación.


Indice
Introducción, 1
I. A manera de panorama general, 17
Libros, nobles y letrados. El caso de Castilla, 19
II. Los libros y la educación, 47
Las vias de acceso a la instrucción en la Baja Edad Media, 49
Entre el ámbito privado y las competencias públicas: la educación en el reino de Castilla (siglos XIII-XV), 85
Educación y cultura en la nobleza (siglos XIII-XV), 113
La educación: un derecho y un deber del cortesano, 135
III. Conocimientos y diplomacia, 169
La importancia de la cultura en las relaciones peninsulares (siglo XV), 171
IV. La cultura aristocratica y sus mitos, 199
La valoracion del saber entre las elites, 201
La version de la obra clásica y su destinatario: los manuscritos de la nobleza castellana en el siglo XV, 225
Modas estéticas y relaciones exteriores: la difusión de los mitos artúricos en la Corona de Castilla (siglo XIII-comienzos siglo XVI), 245
Modelos de conducta y programas educativos para la aristocracia femenina (siglos XII-XV), 287
El pasado nacional y los referentes del caballero, 321
V. Bibliotecas, 343
Cultura nobiliar y bibliotecas. Cinco ejemplos, de las postrimerías del siglo XIV a mediados del XVI, 345
Los libros que pertenecieron a los condes de Benavente entre 1434 y 1530, 437
Los espacios del libro en Castilla y Aragón a fines del medievo, 489
VI. Lecturas de laicos y eclesiasticos, 509
La función de la lectura en el ámbito parroquial de la Corona de Castilla a traves de los sínodos bajomedievales, 511
Temas y tipos de lectura entre los sectores laicos de la peninsula Ibérica (siglos XIII-XV), 521
La relación de las mujeres castellanas con la cultura escrita (siglo XIII-inicios del XVI), 547
VII. La función de la escritura, 587
El testimonio de los ausentes: escritura y sociedad en el reino de Castilla, 589
El escrito, la palabra y el gesto en las tomas de posesión senoriales, 617
Procedencia de los trabajos incluidos en este volumen, 657

Isabel Beceiro Pita es licenciada en Filosofía y Letras y doctora en Historia Medieval por la Universidad de Valladolid. Desde 1987 trabaja en el Departamento de Historia Medieval del Centro de Humanidades (Instituto de Historia) del CSIC como Científica Titular. Es autora de numerosos artículos y distintos libros sobre cuestiones referidas a la política y cultura medievales.

martes, julio 03, 2007

Cultura escrita: Perspectivas y retos

CONGRESO INTERNACIONAL LITTERAE X
CULTURA ESCRITA: NUEVAS PERSPECTIVAS,NUEVOS RETOS

10, 11 y 12 de SEPTIEMBRE de 2007
Círculo de Bellas Artes, Sala María Zambrano, Madrid

Décima edición de LITTERAE, Seminario sobre Cultura Escrita
Directores: Emilio Torné (UAH), Enrique Villalba (UC3M).
Secretaria: Vanessade Cruz (UC3M)

LUNES 10 de septiembre
Modera: Enrique Villalba
09,30 h Bienvenida.
Conferencia de Inauguración:
Ricardo García Cárcel: Cultura escrita e Historia cultural
Ofelia Rey, Métodos y fuentes de la Cultura escrita
María Luisa López-Vidriero, Historia y sociología de la lectura
Francisco Gimeno Blay, "Scribe ergo quæ vidisti". Contextos histórico-sociales de la escritura
16,30 h. Coloquio

MARTES 11 de septiembre
Modera: Emilio Torné
10,00 h.
Antonio Viñao, Cultura escrita e Historia de la Educación
Juan Pimentel, "Nullius in Verba". Escritura y narrativas de la RevoluciónCientífica
Víctor Infantes, Cultura escrita y la nueva Bibliografía
Pedro M. Cátedra, Cultura escrita e Historia de la Literatura
Elisa Ruiz, Cultura escrita: la relación de la forma y el sentido en la producción manuscrita
16,30 h. Coloquio

MIÉRCOLES 12 de septiembre
Modera: Vanessa de Cruz
10,00 h.
Jean-François Botrel, La historia de la cultura escrita española del sigloXIX: balance y perspectivas
Jesús Martínez Martín, La revolución de la cultura escrita en el siglo XX
José Antonio Millán, Título por confirmar
Antonio Rodríguez de las Heras, Las nuevas formas de la Cultura escrita
13,00 h, Coloquio
17,00 h. Conferencia de clausura
Roger Chartier, Cultura escrita: nuevas perspectivas, nuevos retos. Un balance final